Picastro – Become Secret (Monotreme)

Liz Hysen reitera you will never grieve again, you will never love again e vorresti far sesso col verbo reiterare.


Paolo Saporiti – Alone (Universal)

Ubi major… riscattato l’avviamento da Canebagnato, il mister si fa produrre da Teardo con pronuncia e luce dalle fessure. Gelo invita a continuare in italiano


Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra – Kollaps Tradixionales (Constellation)

Alleluia, la musica è risorta. Il miglior disco dei SMZ senza il Tra-La-La Band nella ragione sociale. My Efrim My King.Waltz For Sophie.


Matt Elliott-Songs (Icì D’Ailleurs)

Cofanetto del decennio attuale/venturo.


Richard Skelton – Landings (Type)

Naturalismo scopabile anche da chi odia il riverbero acustico più introspettivo. Disco dell’anno a prescindere.


Rachel Grimes-Book Of Leaves (For Solo Piano) (Ruminance)

Anche Music For Egon Schele è un paragone forzato, perchè qui la Grimes è tutta nuda col fantasma di Satie. Ed è meglio che in foto.


JouJoux d’Antan – MiVoglioBeneComeUnFiglio (Kandinsky Records)

Mettetevi col microscopio a fotografare la genesi italiana di un nuovo phylum, forse limitato al primo esemplare. Barocco e serissimo, accecante e imbambolato.


Mansfield.tya – Seules Au Bout De 23 Secondes (Vicious Circle)

Tipo: se uno gode Tara Jane O’Neil e Shannon Wright va sul sicuro. Se non le gode sono cazzi suoi.


The Delano Orchestra – Will Anyone Else Leave Me? (Kütu Folk Records)

Non che abbiano tutto in comune con gli Okkervil River. Di certo questo disco è meglio delle ultime cose degli Okkervil River.


Antarte – s/t (autoprodotto)

Musica per giocare a carte.


Paolo Spaccamonti – Undici pezzi facili (Bosco Rec.)

Non è un cantautore. Pink Floyd nel West, slow di pregio per chi prima di compiere un passo si sincera dell’assenza del carnefice. Collabora Modonese Palumbo.


Lazarus – The Trickster (St.Ives)

Edizione stralimitata (300 copie) per un Trevor Montgomery cohenizzato da dio.


ATP’09 – Curated by The Breeders (Atp-Butlins Holiday Centre, Minehead)

Shellac davanti e dietro tutti quanti (Yann Tiersen, Dianogah, Deerhunter,Th’Faith Healers, Giant Sand, Melt Banana, Wire, Bon Iver e Bronx senza mariachi).


Christopher Tignor – Core Memory Unwound (Western Vinyl)

Intimismo classico, fra avant ed isolazionismo. Ascoltare gli Slow Six per approfondire.


Charge Group-Escaping Mankind (Own Records)

Slow-(poco)avant-post-pop di razza australiana.


Slon – Antenne (Valeot Rec.)

Mathpostcerebrale da collage antimonotonia.


Bastion – s/t (Interregnum Records)

Om Mani Padme Drone


Balmorhea- All Is Wild, All Is Silent (Western Vinyl)

Sparate a Paola Ellisse e ascoltate la pacatezza orgiastica. Come farsi Rachel’s, Aerial M e Dirty Three senza sporcare le lenzuola.


Mountains – Choral (Thrill Jockey)

Ti getti dal 20° piano, ma alla moviola, e vedi tanta di quella roba che vorresti tornare su e rifarlo. Per questo crederai di cadere sul cielo, non sul rusco.


Trouble Books – The United Colors Of Trouble Books (Own Records)

Elogio della bassa fedeltà. Fra ambienti autorali e pop-elettro-folk riservato. Per dire, il contrario di Minucci.


Amute- Infernal Heights For A Drama (Stilll Records)

Jérôme Deuson è un figo che da tempo ama roba constellation, Fennesz e Tim Hecker. E si sente. Bene.


Squares On Both Sides – Indication (Own Records)

Folktronica autorale con pulviscoli gastrdelsoliani alla moviola. Own Records mette la garanzia.


Vessels-White Fields and Open Devices (Cuckandoo Records)

Contaminazione incontaminata, catartica per lo più.


Finn-The Best Low – Priced Heartbreakers You Can Own (Erased Tapes)

Da scrittronico a scrittore. Ispirato, essenziale e pure doverosamente incerto.


Barzin – Notes to an absent lover (Monotreme)

Se ci fosse un dio, oltre a chiedere scusa parlerebbe per bocca di Barzin. Ma –pur nell’eccellenza- è un reato, Delso, preferire l’ovatta di “My life in rooms”?


Neil Halstead-Oh! Mighty Engine (Bushfire Records)

Grazie a Diego non serve nemmeno un sms.


Barzin-Notes To An Absent Lover (Monotreme)

Sms a Dicembre, per metterlo fra i dieci dischi 2008. Uscirà a Marzo, così ci sarà spazio nelle classifiche 2009. Commozione alt-slow-no-pop ( cantautorale).


Jewels For A Caribou – The land of nasty toys (Ribéss)

Nel dubbio se la voce di Alberto Casadei sia più Cave o Lanegan,lambiccarsi con la pressoché perfetta Smile little girl: il mito di Sergio Leone arriva fin qua.


Abba Zabba – Hollenbackinfakie/Today (Centre Of Wood)

Arpeggi degli antipodi per voce soul,di pari valore sia quando la scorza è secca che nel finale straziante di End.Un disco verde sottobosco dal sapore di legno.


Snailhouse – Lies on the prize (Mi Amante)

Non si direbbe una gemmazione dagli Arcade Fire,come invece è. Folk d’autore tra Elliott Smith e Wilco,manca un po’ di patina ma okay,sono dei beautiful losers.


The Acorn – Glory Hope Mountain (Paper Bag Records – Cooperative Music)

Fondamentalmente il cantante di questo gruppo ama tanto sua mamma. Talmente tanto che ha fatto un disco per lei e che parla di lei. Oh, è pure bello (il classico slow core da “veranda“).


Uzi & Ari- Headworms (Own Records)

Solito Ben Shepard in salsa The Album Leaf (con Tom Yorke e l’indietronica e la madonna di RoncoCampoCanneto). Salsa che piace anche se santificata.


The New Year-The New Year (Touch And Go)

Splendido come sempre, solo con qualche sfumatura di piano in più. Se non fossero esistiti i Bedhead sarebbero il miglior gruppo della saga Kadane.


Saeta-Else Another Light Might Go Out (saetamusic.com)

In punta di drammaticità. Amateli o fottetevi. E ascoltateli


TaughtMe-Lady (Own Records)

Uzi & Ari placati decidono di sussurrare l’emotività senza troppo clamore tronico. Sia in salute che in malattia.


Benjamin Wetherill-Laura (Ba Da Bing!)

Scrittura elegante che nel classicismo cantutorale sa ritagliare spazi a memorie elliottiane.


The Softone – “These days are blue” (Awful Bliss)

La famiglia Vicinanza ascolta la radio confidenziale che passa la musica leggera, Giovanni ci mette la notte raffinata di Montecarlo: no roots anche nel bosco.


Lotte Kestner-China Mountain (Self Released)

O come declamare la grazia in musica. Anna-Lynne Williams 3 – Prima serata Frequenze Disturbate 2008 0.


French Cowboy & Lisa Li-Lund-Share Horses (Havalina Records)

Folk-pop un pò malinconico. Per chiarire:Yo La Tengo ascoltati bene. Un bravi anche per questo.


Thalia Zedek Band-Liars And Prayers (Thrill Jockey)

Prima di incensare una slabbrata qualsiasi, ascoltate un pezzo a caso del disco, tipo We Don’t Go. Come ai vecchi tempi


ATP ’08-Curated By Explosions In The Sky (Atp-Plantation Quay)

EITS campioni, Polvo vincono, Trail Of Dead distruggono. David Berman E’.Phosphorescent ed Eluvium pure.C’era Kekko e sappiamo i nomi del Crete Goat Festival.


Tindersticks – The Hungry Saw (Beggars Banquet)

Non che sia male (e strabatte “Waiting For The Moon”), però c’è odore di (auto)referenzialità…e non esce unalacrimauna.


Micah P. Hinson – The Surrendering Ep (Houston Party)

Serve giusto giusto a fermare la crisi d’astinenza. Perché siamo tossici di un tossico. Soprattutto se scrive e canta canzoni come queste.


Idaho-The Forbidden Ep & Alas-Special Edition (Talitres)

Elogio delle ristampe in edizione speciale. Undici e dieci anni fa si stava meglio (con lentezza). Categoria:EranoDischiDell’Anno.


Mauve- Kitchen Love (Canebagnato)

A furia di vedervi inginocchiati a leccare il pavimento tricolore potrei pure adeguarmi: pacatezza rumorosa d’autore. Se non vi fidate amen.


Khale-Sleepworks (Own Records)

Uno dei dischi dell’anno fra il 1993 (“Year After Year”) ed il 2001 (“Neon Golden”). Chi sogna gli Idaho in salsa Acher potrebbe gradire anche oggi.


Ida-Lovers Prayers (Polyvinyl)

Da sempre gregari di Low, Idaho e narcolessie affiliate. Stessa cosa oggi, ma come Bruseghin qualche singola tappa possono ancora vincerla.


The Low Lows-Shining Violence (Monotreme)

Mettono alla moviola anche Karen O e sembrano quasi dei Codeine con (una sottile) passione comunicativa. Nel dettaglio:spaccano, con lentezza.


Glorytellers-Glorytellers (Southern)

Fra Don Baustollento et similia è uscito un dignitosissimo Farina debitore della tradizione. Fate voi, del resto c’è anche chi mangia la merda.


Baustelle – Amen (Atlantic/Warner)

Negli anni novanta c’era addirittura chi trovava interessante i Bluvertigo, non vedo perché ora dovrebbero far cagare i Baustelle. Non lo fanno. Grazie a dio.