Xiu Xiu – Dear God, I Hate Myself (Kill Rock Stars)

Siamo stati dalla loro parte, ma qualcuno avvisi Stewart che non avere un cazzo da dire, spesso, è una buona cosa. Sempre che tu non la metta su disco.


The Crazy Crazy World Of Rubik – Are you crazy or crazy crazy? (Locomotiv Records)

Il locale bolognese partorisce un ensemble che avrebbe furoreggiato negli anni di Pazienza: registri di classe travolti da lingua esuberante e frustrazione.


Nastro – s/t (To Lose La Track)

Giovanotti Mondani Meccanici in botta Lodola / Mein Kraftwerk, sulla mezzeria tra afro-futurismo e rischio Krisma: legioni di mutanti combattono sui surf.


Action Dead Mouse – Revenge of doormats and coasters (Greed Recordings / Hongly)

Beuys Beuys Beuys are looking for a good time in questa trasversale, distinta, dispari, caracollante screamatematica bolognese: addentrarsi e godere nel tempo.


Oneida – Rated O (Jagjaguwar)

Tre ore di pippe e nessuna eiaculazione.


Grizzly Bear – Veckatimest (Warp)

Gli Animal Collective senza urletti e nomignoli del cazzo. Ma forse pure meglio.


ATP’09 – Curated by The Breeders (Atp-Butlins Holiday Centre, Minehead)

Shellac davanti e dietro tutti quanti (Yann Tiersen, Dianogah, Deerhunter,Th’Faith Healers, Giant Sand, Melt Banana, Wire, Bon Iver e Bronx senza mariachi).


Buzz Aldrin – s/t (cdr autoprodotto)

Sabba post-Television, squadra narcotici, angoscia, voci nel pozzo, marcia macabra marcia, worst case scenario, miglior esordio italiano 2009 finora.


Abe Vigoda – Reviver (Post Present Medium)

Paion senza capo né coda, vanno di fregole free-form, concetti di melodia alla Taking Tiger Mountain (By Strategy) e prendono cuore e polmoni. Wire/Swell Maps applaudono sullo sfondo.


Black Dice – Repo (Paw Tracks)

Non serve magari a un cazzo, e non funziona nemmeno così bene, però tra scleri rumoristici e minimaglia lo-fi electro-tech-hip hop-tropical andante alle volte s’arrizza.


Underdog – Keine Psychoterapie (Altipiani)

Indie-jazz in fieri coi modi della musica leggera: aria fresca, grammelot umorale da cabaret. Disco bellissimo, dedicato ai morti sul lavoro come Mark Sandman.


Psychic Ills – Mirror Eye (The Social Registry)

Poi uno dice, t’incazzi. Non è che m’incazzo, è che spacciare per roba drogata cose che i Popol Vuh già allora. Sì, m’incazzo in effetti.


Animal Collective – Merryweather Post Pavillion (Domino)

“Uno dei migliori dischi del 2009”. L’ha detto Wire, ed io credo a Wire quasi quanto credo a Colin Newman.


Kanye West – 808’s & Heartbreak

Dio Kanye!


Kieran Hebden & Steve Reid – NYC (Domino)

Al quarto appuntamento di studio si conferma la joint-venture più fruttuosa dai tempi di Maria e Giuseppe.


The Dead Science- Villainaire (Constellation)

Teatrali e barocchi, epicizzano Jamie Stewart e la fanno pure franca. Meglio, per dire, delle ultime 12 recensioni sms qui esposte.


Elks – s/t (Unlabel / Great Outdoors)

Girano coi Three In One Gentleman Suit. Li battono in melodia,non in tiro. Paiono americani ma sono londinesi. Abrasioni dai Ten Kens agli Arcade Fire. Piatc’h.


Jean Philippe Goude – Aux solitudes (Ici d’Ailleurs)

In penombra,la partner e un vino fresco,dentro un’opera d’arte. Avanguardia baltica,sopranista,piano minimale e tubular bells. Io l’ho fatto,fatelo anche voi.


El Guincho – Alegranza (Young Turks/Coop Music)

La classica pitchforkata un po’ etno, un po’ avant, un po’ Animal Collective. Insomma, volevo tanto stroncarla, ma non ci riesco. Fate voi?


Blake/e/e/e – Border Radio (Unhip)

Tutti pronti a sbrodolarsi per le new sensation alt-folk-freak americane che quasi non si accorgono dell’oro nascosto sotto il materasso di casa. Questo oro qua.


TV On The Radio – Dear Science (Touch & Go)

Per idee, arrangiamenti, suoni e sfrontatezza sembrano la nazionale dei giganti che va a giocare nel campionato dei lillipuziani. E vincono.


Tussle – Cream Cuts (Smalltown Supersound)

Ennesima riprova del fatto che chi vive a San Francisco prima o poi ci rimane a forza di acidi, e qualche volta non è un male. Disco dell’anno.


Tricky – Knowle West Boy (Domino)

Da padre del trip hop ad autore di una cover dei Subsonica. Non è malaccio, ma basta!


Arnoux – “Cascades” (Knifeville)

Liquidità non liquorosa, sprazzi di Adam Pierce, filastrocche disturbate e timido rap elegante: a Maniago sono pronti per sfangarsi nel bene un altro inverno.


Silver Ray-Homes For Everyone (Broken Horse)

Art-pop-prog-post-rock di notevole pesantezza.